Io sono verticale
TERRENI FERTILI FESTIVAL / DIRECTION UNDER 30 / TEATRO
Io sono verticale
TERRENI FERTILI FESTIVAL / DIRECTION UNDER 30 / TEATRO
Francesca Astrei
Io sono verticale
Quando
sabato 19 luglio
ore 21.30
Dove
Teatro Sociale di Gualtieri
Durata
50 minuti
Prezzi
intero > 8 euro
under 30 > 5 euro
Carnet DU30
4 spettacoli > 20 € / 12 €
6 spettacoli > 30 € / 18 €
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dalla biglietteria
In una crisi depressiva, trovare le parole per comunicare al mondo esterno la propria sofferenza è un’impresa estenuante: il dolore induce alla chiusura in se stessi rendendo l’apertura sempre più faticosa, al punto da sentirsi non più imprigionati nella propria sofferenza, ma quasi al sicuro in essa. Il dolore diventa casa mentre il mondo fuori diventa qualcosa di troppo pesante, qualcosa di ancora più doloroso del dolore stesso.
Le persone vicine a chi “abita il dolore” come vivono questa sua condizione? L’avere una persona amata “chiusa nel proprio soffrire” genera a propria volta dolore: come far comunicare il mondo fuori con il mondo dentro, limitando la sofferenza per entrambe le parti?
Ogni crisi depressiva è un piccolo morire. Ad un certo punto, per ragioni non sempre comprensibili, la crisi si affievolisce e si ritorna alla “vita normale”, consapevoli che un nuovo tormento potrebbe sopraggiungere. Non c’è una soluzione. Con il tempo semplicemente si impara a riconoscerne alcuni segnali, a capire cosa può essere di sostegno nel tentativo di alleviarne i sintomi, e ci si abitua ad accogliere il proprio vuoto. Ogni percorso è diverso ed imprevedibile. Difficilmente si guarisce del tutto.
La depressione è una materia inspiegabile: chi la conosce sa come funziona, chi non la conosce la ritiene incomprensibile. Andrew Solomon, nel suo illuminante saggio “Il demone di mezzogiorno”, sostiene che la depressione può essere descritta solo con metafore e allegorie: trovandomi pienamente d’accordo, vista l’intimità e la soggettività con cui il dolore prende possesso dell’individuo, la metafora che ho scelto di utilizzare verte sul personaggio di Lazzaro, della tradizione cristiana. Lazzaro, al chiuso nel proprio sepolcro, viene richiamato alla vita al suono di “Alzati e cammina”: indicazioni elementari che permetterebbero al corpo di uscire dalla paralisi del proprio dolore. Chi è depresso racconta che, nei momenti di buio, non si sente né vivo né morto, la sensazione è di non esistere in un corpo che esiste e di percepire il proprio cuore, pulsante, come morto: la figura di Lazzaro, all’apertura del sepolcro, mi sembra possa racchiudere questa condizione.
Lazzaro, archetipo del vivo/morto, avrà la forza di tornare alla vita? E cosa vuol dire per lui vivere? E se “alzarsi e camminare” rappresentassero per la sua mente una condanna, anziché una salvezza? Comprensibilmente, i familiari non attendono altro che il sollievo di vederlo uscire dal sepolcro: non uscire dal proprio rifugio funebre implicherebbe infliggere ai propri familiari ulteriore dolore, ma uscire comporterebbe quell’inspiegabile fatica del ricominciare a vivere, consapevoli delle proprie fragilità.
Io sono verticale non è un monologo sul Vangelo, e la tradizione cristiana viene citata esclusivamente per fornire un immaginario metaforico chiaro della condizione di chiusura in una tomba/culla in rapporto a ciò che, per chi è al di fuori, è la soluzione più ovvia. La leggerezza e l’ironia saranno le basi per un’analisi più profonda su cosa può voler dire attraversare una crisi depressiva, attraverso diversi punti di vista.
Francesca Astrei, nata a Roma nel ’95, si diploma nel 2018 presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Il suo debutto sul palco è con Paolo Rossi, ne “Il Re Anarchico e i Fuorilegge di Versailles”. Parallelamente incontra Armando Punzo e La Compagnia della Fortezza con cui collabora per lo spettacolo “Naturae” presso il Carcere di Volterra. Nel 2020 è nel cast di spettacoli diretti da Roberto Rustioni e Giorgio Barberio Corsetti. Nel 2021 inizia la sua collaborazione con la Compagnia L.T.I. Piero Gabrielli, compagnia che include attori e attrici con e senza disabilità, diretta da Roberto Gandini. Nel 2023 vince il FringeMi con il monologo “Mi manca Van Gogh” da lei scritto, diretto ed interpretato. Nel 2024, a seguito dello spettacolo “Il cavaliere inesistente” con la regia di Tommaso Capodanno, riceve la candidatura come Miglior Attrice Emergente al Premio Le Maschere del Teatro Italiano.
di e con Francesca Astrei
luci Chiara Casali
con il sostegno di Fondazione Teatro di Roma
si ringrazia Carrozzerie n.o.t. / NidOramai
fotografie Paolo Minnielli (1), Stefano Macciocca (2-3), Angelo Maggio (4-5-6)
Quando
sabato 19 luglio
ore 21.30
Dove
Teatro Sociale di Gualtieri
Biglietti e altre informazioni
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In una crisi depressiva, trovare le parole per comunicare al mondo esterno la propria sofferenza è un’impresa estenuante: il dolore induce alla chiusura in se stessi rendendo l’apertura sempre più faticosa, al punto da sentirsi non più imprigionati nella propria sofferenza, ma quasi al sicuro in essa. Il dolore diventa casa mentre il mondo fuori diventa qualcosa di troppo pesante, qualcosa di ancora più doloroso del dolore stesso.
Le persone vicine a chi “abita il dolore” come vivono questa sua condizione? L’avere una persona amata “chiusa nel proprio soffrire” genera a propria volta dolore: come far comunicare il mondo fuori con il mondo dentro, limitando la sofferenza per entrambe le parti?
Ogni crisi depressiva è un piccolo morire. Ad un certo punto, per ragioni non sempre comprensibili, la crisi si affievolisce e si ritorna alla “vita normale”, consapevoli che un nuovo tormento potrebbe sopraggiungere. Non c’è una soluzione. Con il tempo semplicemente si impara a riconoscerne alcuni segnali, a capire cosa può essere di sostegno nel tentativo di alleviarne i sintomi, e ci si abitua ad accogliere il proprio vuoto. Ogni percorso è diverso ed imprevedibile. Difficilmente si guarisce del tutto.
La depressione è una materia inspiegabile: chi la conosce sa come funziona, chi non la conosce la ritiene incomprensibile. Andrew Solomon, nel suo illuminante saggio “Il demone di mezzogiorno”, sostiene che la depressione può essere descritta solo con metafore e allegorie: trovandomi pienamente d’accordo, vista l’intimità e la soggettività con cui il dolore prende possesso dell’individuo, la metafora che ho scelto di utilizzare verte sul personaggio di Lazzaro, della tradizione cristiana. Lazzaro, al chiuso nel proprio sepolcro, viene richiamato alla vita al suono di “Alzati e cammina”: indicazioni elementari che permetterebbero al corpo di uscire dalla paralisi del proprio dolore. Chi è depresso racconta che, nei momenti di buio, non si sente né vivo né morto, la sensazione è di non esistere in un corpo che esiste e di percepire il proprio cuore, pulsante, come morto: la figura di Lazzaro, all’apertura del sepolcro, mi sembra possa racchiudere questa condizione.
Lazzaro, archetipo del vivo/morto, avrà la forza di tornare alla vita? E cosa vuol dire per lui vivere? E se “alzarsi e camminare” rappresentassero per la sua mente una condanna, anziché una salvezza? Comprensibilmente, i familiari non attendono altro che il sollievo di vederlo uscire dal sepolcro: non uscire dal proprio rifugio funebre implicherebbe infliggere ai propri familiari ulteriore dolore, ma uscire comporterebbe quell’inspiegabile fatica del ricominciare a vivere, consapevoli delle proprie fragilità.
Io sono verticale non è un monologo sul Vangelo, e la tradizione cristiana viene citata esclusivamente per fornire un immaginario metaforico chiaro della condizione di chiusura in una tomba/culla in rapporto a ciò che, per chi è al di fuori, è la soluzione più ovvia. La leggerezza e l’ironia saranno le basi per un’analisi più profonda su cosa può voler dire attraversare una crisi depressiva, attraverso diversi punti di vista.
Francesca Astrei, nata a Roma nel ’95, si diploma nel 2018 presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Il suo debutto sul palco è con Paolo Rossi, ne “Il Re Anarchico e i Fuorilegge di Versailles”. Parallelamente incontra Armando Punzo e La Compagnia della Fortezza con cui collabora per lo spettacolo “Naturae” presso il Carcere di Volterra. Nel 2020 è nel cast di spettacoli diretti da Roberto Rustioni e Giorgio Barberio Corsetti. Nel 2021 inizia la sua collaborazione con la Compagnia L.T.I. Piero Gabrielli, compagnia che include attori e attrici con e senza disabilità, diretta da Roberto Gandini. Nel 2023 vince il FringeMi con il monologo “Mi manca Van Gogh” da lei scritto, diretto ed interpretato. Nel 2024, a seguito dello spettacolo “Il cavaliere inesistente” con la regia di Tommaso Capodanno, riceve la candidatura come Miglior Attrice Emergente al Premio Le Maschere del Teatro Italiano.
fotografie Paolo Minnielli (1), Stefano Macciocca (2-3), Angelo Maggio (4-5-6)
di e con Francesca Astrei
luci Chiara Casali
con il sostegno di Fondazione Teatro di Roma
si ringrazia Carrozzerie n.o.t. / NidOramai
Durata
50 minuti
Prezzi
intero > 8 euro
under 30 > 5 euro
Carnet DU30
4 spettacoli > 20 € / 12 €
6 spettacoli > 30 € / 18 €
Biglietteria
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Informazioni
dalla biglietteria
Direction Under 30 2025

Miss SBarbie
Morgana Morandi
18/07 - ore 19.00

Coraggio. La sfortuna non esiste
Vidavè Company
18/07 - ore 21.30

Passing Through
Lucrezia Gabrieli
19/07 - ore 19.00

Io sono verticale
Francesca Astrei
19/07 - ore 21.30

Ahmen
Cromo Collettivo Artistico
20/07 - ore 15.00

Stiamo lavorando per voi
Claudio Larena
20/07 - ore 17.30