Corpo di Stato

gio. 13 / 9 / 2018
ore 21.30
70 minuti
Biglietteria
Intero = 14 euro
Ridotto < 30 = 8 euro 
Ridotto < 14 = 4 euro

Corpo di Stato
Il delitto Moro: una generazione divisa
Marco Baliani

“Quanto a lui, bisognava che l’ascoltassero perché credesse alla propria vita.”

Albert Camus, Il rovescio e il diritto

Chi ha visto e ascoltato un’altra mia narrazione, il Kohlhaas tratto da Kleist, potrà meglio comprendere le ragioni di questo Corpo di Stato e il filo che li lega, poiché il tessuto è lo stesso: il rapporto conflittuale tra esigenza di rivolta contro l’ingiustizia e assunzione del ruolo di giustiziere. Ma questa volta non siamo nella Germania del 1500, ma nel nostro passato prossimo, solo vent’anni fa. È sempre difficile raccontare qualcosa che ci è tanto vicino, specie se quel qualcosa ha inciso profondamente sulle nostre esistenze e sulle nostre scelte.

La materia è ancora così pulsante e non dipanata dalla lontananza, che si rischia allora di leggerla filtrandola e mettendola a distanza di sicurezza. Ho cercato allora di ritornare laggiù, ricordandomi di me in quei giorni, trovando nelle mie esperienze di allora quelle “piccole storie” che sole possono tentare di illuminare la Storia più grande. Ho ripercorso momenti dolorosi senza perdere però le atmosfere di quegli anni, gli entusiasmi, i paesaggi metropolitani, le contraddizioni.

Nei 55 giorni della prigionia di Moro ho raccontato di una lacerazione, di come il tema della violenza rivoluzionaria abbia dovuto fare i conti con un corpo prigioniero, e come questa immagine sia divenuta via via spartiacque per scelte fino ad allora rimandate e abbia fatto nascere domande e conflitti interiori non più risolvibili con slogan o con pratiche ideologiche. Ho raccontato le mie storie, prima ancora che su un palco teatrale, davanti a una telecamera; l’emozione della diretta televisiva è cosa diversa dall’eccitazione inquieta con cui ogni volta entro in scena a narrare.

Ora torno sulle tavole di legno a me care, non devo più cercare l’occhio di una telecamera, ma gli occhi di spettatori in carne e ossa; non sarò narratore esterno, questa volta, ma io stesso corpo narrante, in una dichiarata visione soggettiva di quegli anni. Per quelli che non c’erano, i giovani d’oggi, sarà come visitare un mondo che appare tanto lontano, difficile a credersi.
Quando si esce da momenti e tempi in cui la vita è stata pregna di avvenimenti, quando il vivere è sembrato intenso anche nel dramma, dopo, col tempo, ci si sente sempre un po’ stranieri, testimoni di eventi troppo densi per essere dipanati. Il narratore compie sempre questa sfida, straniero nel tempo cerca di vincere il manto spesso di oblio che spesso si stende sulle cose del mondo.

Marco Baliani

di e con Marco Baliani
drammaturgia e regia Maria Maglietta
collaborazione drammaturgica Alessandra Rossi Ghiglione
montaggio video Michele Buri
ricerca iconografica Eugenio Barbera
produttore esecutivo Maurizio Agostinetto
direzione tecnica Massimo Colaianni
una produzione Casa degli Alfieri, Trickster Teatro

Nel programma di
Stagione 2018

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