Il silenzio di Dio

mer. 15 / 10 / 2014
ore 21.30
gio. 16 / 10 / 2014
ore 21.30

Il silenzio di Dio
Silvio Castiglioni

Uno stesso silenzio -il silenzio di Dio- risuona sia in Casa d’altri (tratto dal racconto di Silvio D’Arzo) sia in Domani ti farò bruciare (ispirato a I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij). Alla sommessa domanda di una vecchia che vorrebbe togliersi la vita, fa eco la furente requisitoria di un demone che vorrebbe incarnarsi. In entrambi i casi non c’è risposta, poco importa che la resa alla morte lasci il posto alla tentazione di vivere. Nel silenzio che accompagna queste figure tragiche, entrambe prive di un posto sulla terra, risuona il sibilo di una lama che separa vita e morte, umano e divino. Una lama che ci gira intorno come un satellite dall’orbita cieca, incurante del vuoto di senso che non riusciamo a colmare. E se dietro le maschere vocali di Casa d’altri non ci sono che specchi, in Domani ti farò bruciare tutto avviene oltre lo specchio, dove le forme perdono i loro contorni per bruciare in un fuoco incessante.

 

Parte prima
“Casa d’altri”
Radiodramma teatrale dal racconto di Silvio D’Arzo

Casa d’altri è un giallo dell’anima. Un’indagine esistenziale scandita dall’attesa di una domanda continuamente differita. Una domanda che ammutolisce chi è chiamato a rispondere. Una suspense che il silenzio non scioglie. Una responsabilità che nessuno è disposto ad assumersi. Una verità da ascoltare voltati da un’altra parte. Ma è anche “un racconto perfetto”, come lo definì Eugenio Montale sul “Corriere della Sera” dopo la morte di D’Arzo, scomparso a soli trentadue anni senza aver visto pubblicato il suo capolavoro. Sulla scena, le maschere vocali dietro cui si cela l’autore -la vecchia con la sua terribile domanda e il prete con il suo silenzio- affiorano tra gli echi di un paesaggio purgatoriale. La fiaba è un “adagio” crudele, insidiato dal silenzio: dietro le maschere non ci sono che specchi…

 

Parte seconda
“Domani ti farò bruciare”
Invettiva da I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij

Domani ti farò bruciare è un’invettiva violenta e malinconica. Un “presto con fuoco” in bilico tra il sublime e il burlesque. Un finale di partita tra un demone di mezza tacca e un Cristo consegnato al silenzio. Un interrogatorio che si rivela una confessione. Uno specchio ustorio in cui l’aguzzino e la vittima finiscono per fondersi in un’unica figura. Se non c’è salvezza possibile, tanto vale cedere alla tentazione di vivere. Ma neanche questo è permesso al demone pronto a rubare le parole al Grande Inquisitore pur di strappare al suo interlocutore la possibilità di incarnarsi. E così di salvarsi dal gelo di un vuoto siderale in cui la libertà è una lama che non si lascia afferrare. Dietro le sue accuse risuona la stessa supplica che accomuna le creature incompiute tanto disprezzate: che qualcuno lo salvi da se stesso.

progetto e interpretazione Silvio Castiglioni
drammaturgia Andrea Nanni
suoni Gianmaria Gamberini
disegno luci Luca Brolli
oggetti di scena Georgia Galanti
regia Giovanni Guerrieri
produzione Celesterosa, I Sacchi di Sabbia
col sostegno di Crucifixus Festival, Comune di Cattolica, Provincia di Rimini, Armunia, Regione Toscana

Nel programma di
Stagione 2014

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