Sorry Boys

ven. 24 / 6 / 2016
ore 21.30
sab. 25 / 6/ 2016
ore 21.30

Sorry Boys
Dialogo su un patto segreto per 12 teste mozzate

Marta Cuscunà

La storia è iniziata come un pettegolezzo che serpeggiava tra i corridoi della scuola superiore di Gloucester. C’erano 18 ragazze incinte – un numero 4 volte sopra la media – e non per tutte era stato un incidente. La storia, poi, è rimbalza in città: alcune delle ragazze avrebbero pianificato insieme la loro gravidanza, come parte di un patto segreto, per allevare i bambini in una specie di comune femminile. Quando il preside della scuola ne parla su un quotidiano nazionale, scoppia una vera e propria tempesta mediatica e la vita privata delle 18 ragazze diventa un scandalo che imbarazza tutta la comunità di Gloucester. Giornalisti da ogni dove, dall’Australia alla Gran Bretagna, dal Brasile al Giappone, invadono la cittadina nel tentativo di trovare una spiegazione per un patto così sconvolgente. Ma rimangono a mani vuote perché l’intera comunità, turbata dal fatto che la vita sessuale delle proprie figlie fosse diventata il pettegolezzo dei talk show di mezzo mondo, si chiude nel silenzio più assoluto. The Gloucester 18 è un documentario in cui si dà voce ad alcune di quelle ragazze, lontano dai riflettori dello scandalo. Alcune di quelle ragazze, in questo documentario, parlano per la prima volta. E una di loro confessa di aver voluto creare un piccolo mondo nuovo e una nuova famiglia tutta sua, dopo aver assistito a un terribile femminicidio. Questa scoperta è stata per me come un campanello d’allarme.

Nel nero della scena, due schiere di teste mozze. Appese. Da una parte gli adulti. I genitori, il preside, l’infermiera della scuola. Dall’altra i giovani maschi, i padri adolescenti. Sono tutti appesi come trofei di caccia, tutti inchiodati con le spalle al muro da una vicenda che li ha trovati impreparati. Potranno sforzarsi di capire le ragioni di un patto di maternità tra adolescenti, ma resteranno sempre con le spalle al muro. Come le teste della serie fotografica “We are beautiful”, che il fotografo ventisettenne Antoine Barbot ha realizzato nel 2012 durante il suo internship presso lo studio di Erwin Olaf; e che sono state l’ispirazione da cui partire per progettare e costruire le macchine sceniche di Sorry, boys.

di e con Marta Cuscunà
progettazione e realizzazione teste mozze Paola Villani
assistenza alla regia Marco Rogante
disegno luci Claudio “Poldo” Parrino
disegno del suono Alessandro Sdrigotti
animazioni grafiche Andrea Pizzalis
costume di scena Andrea Ravieli
co-produzione Centrale Fies

con il contributo finanziario di Provincia Autonoma di Trento, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
con il sostegno di Operaestate Festival, Centro Servizi Culturali Santa Chiara, Comune di San Vito al Tagliamento – Assessorato ai beni e alle attività culturali, Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia

distribuzione Laura Marinelli
teste gentilmente concesse da Eva Fontana, Ornela Marcon, Anna Quinz, Monica Akihary, Giacomo Raffaelli, Jacopo Cont, Andrea Pizzalis, Christian Ferlaino, Pierpaolo Ferlaino, Filippo pippogeek Miserocchi, Filippo Bertolini, Davide Amato
un ringraziamento a Andrea Ravieli, Lucia Leo, Roberto Segalla e alle ragazze e ai ragazzi del Gender and Sexuality Group del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico