Paternoster

Paternoster – L’eredità dei figli
Collettivo Est

Spettacolo finalista Direction Under 30 2021

Due fratelli, due uomini, ma due personalità opposte. Il coraggio di chi è fuggito di casa per paura della ruggine e la consapevolezza di chi ha deciso, per sé e per gli altri, di rimanere, di lasciarsi arrugginire. Costretti a rincontrarsi per il funerale del padre, si rinfacciano a vicenda le ferite che si sono procurati, fino a farsi un bagno nella nostalgia dell’infanzia, fino a guardare, per un momento, il loro futuro in un mondo avvelenato, che non ha nulla da offrire.

Note di regia

E scappò via con la paura di arrugginire,
il giornale di ieri lo dà morto arrugginito…
“La Canzone del Padre”, Fabrizio De André

De André scrive questi versi raccontando un figlio che fugge dalla sua famiglia per paura di trasformarsi in una vecchia macchina arrugginita, in pieno stile kafkiano. È questa voglia di evasione e di libertà che ci porta ad andar via dalla nostra terra, a sbagliare forse, ad essere egoisti a volte.
Alcuni hanno oggi un’esistenza tranquilla, conforme alle regole, integrata nel sistema e seguono le orme del proprio genitore; altri li ho persi di vista. Esigenze diverse. Ma che cosa significa oggi andarsene? Penso ad uno studente in una città diversa dalla sua, penso alle migliaia del Sud che andarono al Nord e che ancora lo fanno, penso ai viaggi di piacere che molti non possono permettersi più, alle crociere sul Mediterraneo, che di viaggi ne ha visti molti e diversi. Paternoster è un viaggio, è una metafora vera e ironica di questo nostro mondo che si sfascia, che stiamo sfasciando, e così come cade a pezzi lui, cadiamo a pezzi noi. Forse ci siamo abituati ad una crisi di cui si parla troppo, ma che sembra lontana, come se non ci riguardasse. Come un grigio che si fa sempre più fitto nel cielo, un fumo che ci annebbia la vista.
A chi piace vivere nel fumo?
Quello che ho fatto è semplicemente aver riconosciuto il mio, il nostro appuntamento con questo tempo, con le generazioni, con la morte.
Dentro di noi, il desiderio di colmare una solitudine, di parlare al nostro passato, di immaginare un futuro.

Collettivo Est è una compagnia di teatro formatasi nel 2019 a Roma. I componenti della compagnia sono diplomati all’Accademia d’Arte Drammatica Cassiopea: hanno perciò in comune un percorso di formazione di tre anni che contribuisce alla decisione di continuare a fare ricerca insieme. Sono fondatori della compagnia Beatrice Mitruccio, Paolo Perrone, Ludovico Cinalli. Collettivo Est debutta nel Gennaio del 2020 al Teatro Studio Uno di Roma con lo spettacolo Paternoster – L’eredità dei figli che viene scelto anche dal festival Dominio Pubblico_la città agli under 25 per l’edizione 2020 svoltasi nell’arena del Teatro India di Roma. Inoltre partecipa con lo stesso spettacolo al festival Inventaria – la festa del teatro off a Roma nello spazio di Carrozzerie N.O.T. e al festival Vuoti d’Aria di San Benedetto del Tronto al Cineteatro San Filippo Neri, dove conducono anche uno stage sull’improvvisazione. Attualmente la ricerca della compagnia si focalizza sui temi sociali del contemporaneo come quelli del lavoro e dell’ecologia e cerca di sperimentare tutti i linguaggi teatrali possibili e le contaminazioni con altre arti performative, in particolare il connubio tra drammaturgia e teatro fisico.

 

regia Maria Beatrice Mitruccio
in scena Ludovico Cinalli, Paolo Vittorio Perrone

Quando
domenica 25 luglio
ore 17.30

Dove
Teatro Sociale Gualtieri

Durata
60 minuti

Biglietteria / Prenotazioni
Se, come probabile, non sarà possibile aprire la sala a tutto il pubblico per le restrizioni sulla capienza, lo spettacolo sarà trasmesso in live streaming per tutti a questa pagina. I posti in sala (60) sono riservati ai partecipanti diretti del progetto.

No Covid!
Adotteremo tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del Covid-19.

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